La desertificazione è un fenomeno di degrado del suolo delle zone aride, semiaride e subumide, risultante da vari fattori, inclusi i mutamenti climatici e le attività umane. In pratica si tratta di un processo di progressiva riduzione della capacità degli ecosistemi di sostenere la vita animale e vegetale.Non è facile riuscire a distinguere gli effetti prodotti sull'ambiente dalla cattiva gestione delle risorse da quelli derivanti dal naturale processo di trasformazione degli ecosistemi. L'assetto dei deserti e dei territori confinanti è naturalmente soggetto a mutamenti legati all'andamento delle precipitazioni (che sono molto instabili e possono variare di giorno in giorno o di stagione in stagione) e al perdurare di lunghi periodi di siccità (che si protraggono anche per anni).
Nel caso del Sahel i 5 anni lunghi anni di siccità che hanno colpito la regione negli anni Settanta hanno portato alla desertificazione di vaste superfici.
Il fenomeno ha assunto tuttavia dimensioni eccezionali in conseguenza delle attività dell'uomo: una pesante carestia che ha interessato numerosi stati del Sahel occidentale, il Ciad, il Niger, l'Alto Volta, il Senegal e la Mauritania , ha causato la morte di oltre 200.000 persone.
CAUSE ED EFFETTI
Nei due decenni precedenti si erano registrate precipitazioni superiori alla media, rendendo possibile la coltivazione di suoli normalmente aridi. Molti contadini si spinsero verso nord, dissodando le terre poste ai margini del deserto fino ad allora regno della pastorizia nomade.
Contemporaneamente in quegli anni i paesi del Sahel occidentale incentivarono l'agricoltura d'esportazione, favorendo la monocoltura di arachidi e cotone in estese piantagioni.
Lungo queste nuove frontiere agricole si concetrarono alte densità umane che gravarono su un territorio assolutamente inadatto a sostenerle.
Venne praticata l'irrigazione che, in conseguenza dell'elevata evaporazione, determinò nei suoli un'alta concentrazione di sali. Per poter coltivare questi terreni era necessario incrementare progressivamente l'irrigazione per consentire lo scioglimento e l'asportazione dei sali.
Per contro vennero limitate le superfici agricole dedicate all'agricoltura di sussistenza.
Inoltre i pastori nomadi, sospinti dall'espansione delle superfici coltivate, concentrarono le greggi in aree più ristrette ed intensificarono la denudazione del manto vegetale.
Lo sfruttamento delle oasi divenne intensivo, la costruzione di nuovi pozzi abbassò le falde.
Con l'avvento dei lunghi anni di siccità i contraccolpi sono stati drammatici:i territori disboscati, resi sterili e salinizzati, vennero abbandonati e la fronte del deserto avanzò di 100 chilometri.
Il problema della desertificazione fu trattato per la prima volta in modo globale nel 1956 quando, a Rio de Janeiro, si tenne il convegno dell'Unione internazionale dei geografi; il termine "desertificate" designava in quella sede le regioni tropicali dell'Africa soggette a un uso non corretto delle risorse. Successivamente si tennero i meeting di Montreal del 1972 e di Mosca del 1976. Nel 1977 ebbe luogo a Nairobi la Conferenza delle Nazioni Unite sulla Desertificazione. A partire dal 1984, il Programma Ambientale delle Nazioni Unite (Unep) ha promosso e coordinato diverse iniziative volte a prevenire e arginare il fenomeno della desertificazione. Nel 1992, fu adottata la -Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta contro la desertificazione, nei paesi gravemente colpiti dalla siccità e/o dalla desertificazione, in particolare in Africa-. I paesi membri si sono riuniti per la prima sessione della Conferenza delle Parti (COP) a Roma nel 1997. Di desertificazione si occupano anche varie agenzie ONU tra le quali FAO, il Programma ONU per lo Sviluppo (UNDP), l'Organizzazione Meteorologica Mondiale, UNEP, UNESCO.
La definizione ufficiale, adottata dalla Convenzione dell'ONU per Combattere la Desertificazione, concorda sulla compartecipazione di diverse cause alla base di questo fenomeno: "La desertificazione è la degradazione della terra in aree aride e semi-aride, risultante da vari fattori, tra i quali le variazioni climatiche e le attività umane".
Ciò che è importante sottolineare, è che a causa della desertificazione il suolo si impoverisce progressivamente delle sue proprietà chimico-fisiche che lo rendono fertile e lavorabile, fino al punto da non riuscire a sostenere l'insediamento di comunità animali e vegetali e, quindi, l'equilibrio dell'ecosistema, la realizzazione di pratiche agronomiche e quindi la sopravvivenza delle persone che ci vivono.
Alcune iniziative, tuttavia, hanno effettivamente contribuito a frenare il processo di desertificazione: in alcune regioni poste ai margini del Sahara, ad esempio, sono state impiantate "cinture vegetali" formate da schiere di alberi particolarmente resistenti: nel Sahel, tale pratica ha consentito di strappare alla desertificazione centinaia di ettari di terreno e di salvare alcuni villaggi che altrimenti sarebbero scomparsi.
Le soluzioni adottate più di recente si differenziano radicalmente da alcune impostazioni precedenti. In particolare, si valorizzano ipotesi di intervento mirate a un determinato territorio, dando maggiore rilievo al coinvolgimento delle comunità locali, al ripristino di preziose pratiche tradizionali e alla rivalutazione del ruolo delle comunità rurali per limitare il degrado del territorio. Inoltre, mentre in passato si tendeva a cercare soluzioni di tipo prevalentemente tecnico-agronomico, oggi si tende ad affrontare la globalità del problema, spesso strettamente associato alla continua crescita demografica, nonché a fattori di natura politica e socioeconomica.
ALCUNI DATI SUL FENOMENO
- il 39% circa della superficie terrestre è affetta da desertificazione
- 250 milioni di persone sono direttamente a contatto con la degradazione della terra nelle regioni aride
- più di 100 Paesi nel mondo sono interessati dal fenomeno
- la perdita di reddito imputabile alla desertificazione è circa di 45 miliardi di dollari ogni anno
- il 70% dei terreni aridi utilizzati per l'agricoltura sono già degradati
- la desertificazione impoversice le possibilità di produzione alimentare: ogni anno 12 milioni di ettari vengono persi
- la desertificazione impoversice la biodiversità








